La sua avanguardia era debolissima e non poteva far nulla; doveva attendere il grosso del corpo d'esercito ed aveva l'ordine di concentrarsi, prima d'entrare in linea. Ma alle cinque, visto il pericolo di Wellington, Blücher ordinò a Bülow d'attaccare e disse questa frase significativa: «Bisogna far prendere fiato all'esercito inglese.»
Poco dopo, le divisioni Losthin, Hiller, Hacke e Ryssel si spiegavano in linea davanti al corpo di Lobau; la cavalleria del principe Guglielmo di Prussia sboccava dal bosco di Parigi, Plancenoit era in fiamme e le cannonate prussiane incominciavano a piovere fin nelle file della guardia, in riserva dietro Napoleone.
XII • LA GUARDIAIl resto è noto: l'irruzione d'un terzo esercito, la battaglia spostata, ottantasei bocche da fuoco che tuonano contemporaneamente, Pirch che sopravviene con Bülow, la cavalleria di Zieten, guidata da Blücher in persona, i francesi ricacciati, Marcognet spazzato via dalla spianata d'Ohain, Durutte sloggiato da Papelotte, Donzelot e Quiot costretti a indietreggiare, Lobau preso d'infilata, una nuova battaglia che si precipita, sul cader della notte, sopra i nostri reggimenti smantellati, l'intera linea inglese che riprende l'offensiva e si spinge avanti, la gigantesca breccia aperta nell'esercito francese, la mitraglia inglese e la prussiana che s'aiutan fra loro, lo sterminio, il disastro sulla fronte, sui fianchi e la guardia, che entra in linea sotto quello spaventoso crollo.
Poiché sentiva d'andare a morire, essa gridò: «Viva l'imperatore!
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