Tornò così al balbettìo d'una Carta.
Dobbiamo vedere in Waterloo solo quello che è in Waterloo. Nessunissima libertà intenzionale; la controrivoluzione era involontariamente liberale, allo stesso modo che, per un fenomeno corrispondente, Napoleone era involontariamente rivoluzionario. Il 18 giugno 1815 fu disarcionato Robespierre a cavallo.
XVIII • RECRUDESCENZA DEL DIRITTO DIVINOFine della dittatura. Tutto un sistema d'Europa crollò.
L'impero s'abbatté in un'ombra che somigliava a quella del tramonto del mondo romano. Si rivide un precipizio, come al tempo dei barbari; solo, la barbarie del 1815, che dev'essere chiamata col nomignolo di controrivoluzione, aveva poca resistenza, si spolmonò presto e si fermò. L'impero, confessiamolo, fu pianto, e pianto da occhi eroici. Se la gloria consiste nel gladio fatto scettro, l'impero era stato la gloria in persona; aveva sparso sulla terra tutta la luce che la tirannia può dare. Luce sinistra, anzi, diciamolo, luce scura che, paragonata alla vera, è tenebra: pure, la scomparsa di quella tenebra fece l'effetto d'un eclisse.
Luigi XVIII rientrò a Parigi e i balli a girotondo dell'8 luglio cancellarono gli entusiasmi del 20 marzo. Il Còrso divenne l'antitesi del Bearnese; il vessillo della cupola delle Tuileries fu bianco e l'esilio dominò sovrano. La tavola d'abete di Hartwell venne posta davanti alla poltrona decorata di fiordalisi di Luigi XIV. Si parlò di Bouvines e di Fontenoy come di cose d'ieri, mentre Austerlitz invecchiò. L'altare e il trono fraternizzarono maestosamente, e sulla Francia e sul continente si stabilì una delle forme più incontestabili della salvezza sociale: l'Europa si mise la coccarda bianca.
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