Aveva per concubina una prostituta, che č morta di crepacuore al momento dell'arresto di lui. Quel miserabile, dotato di forza erculea, aveva trovato il modo d'evadere; ma tre o quattro giorni dopo la sua evasione, la polizia gli mise nuovamente le mani addosso, proprio a Parigi, nel momento in cui stava salendo in una di quelle vetture che fanno il tragitto dalla capitale al villaggio di Montfermeil (Senna ed Oise). Si dice che abbia approfittato di quei tre o quattro giorni di libertā per rientrare in possesso d'una somma considerevole da lui depositata presso uno dei nostri principali banchieri e valutata a sei o settecento mila franchi. Stando all'atto d'accusa, l'avrebbe nascosta in un luogo noto a lui solo, per cui non č stato possibile impadronirsene. Come che sia, il nominato Jean Valjean č stato tradotto alle assisi del dipartimento del Varo, accusato d'una grassazione a mano armata da lui compiuta circa otto anni or sono ai danni d'uno di questi buoni fanciulli che, come ha detto il patriarca di Ferney nei suoi versi immortali:
...Dalla Savoia giungon tutti gli anni,
per ripulire colla man leggera
i camini che la fuliggin tura.
ĢIl bandito ha rinunciato a difendersi. Č stato stabilito dall'abile ed eloquente organo della pubblica accusa che il furto era stato commesso in complicitā con altri e che Jean Valjean faceva parte d'una banda di ladri del mezzogiorno; per conseguenza Jean Valjean, dichiarato colpevole, č stato condannato alla pena di morte. Il delinquente aveva ricusato di ricorrere in cassazione; ma il re, nella sua inesauribile clemenza, s'č compiaciuto di commutare la sua condanna in quella dei lavori forzati a vita.
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