» E le vecchie si facevano gran segni di croce.
Nel frattempo i maneggi di Boulatruelle nel bosco cessarono ed egli riprese regolarmente il suo lavoro di stradino. Si parlò d'altro, ma alcuni, tuttavia, erano rimasti incuriositi, pensando vi fosse con ogni probabilità in quella faccenda, non già il favoloso tesoro della leggenda, ma qualche altra buona fortuna, più seria e palpabile dei biglietti di banca del diavolo, e della quale lo stradino avesse sorpreso per metà il segreto. I più scalmanati erano il maestro di scuola e il bettoliere Thénardier, ch'era amico di tutti e non aveva sdegnato d'entrare in relazione con Boulatruelle.
«È stato in galera?» diceva Thénardier. «Eh, mio Dio! Non si sa né chi vi è stato né chi vi andrà.»
Una sera il maestro di scuola andava sostenendo che nei tempi andati la giustizia si sarebbe occupata di quello che Boulatruelle andava a fare nei boschi e ch'egli avrebbe pur dovuto parlare, perché nel caso, l'avrebbero messo alla tortura e Boulatruelle non avrebbe saputo resistere, per esempio, al supplizio dell'acqua. «Diamogli il supplizio del vino,» disse Thénardier.
Si fecero in quattro per far bere il vecchio stradino; ma Boulatruelle bevve enormemente e parlò poco, combinando con arte mirabile e magistrale proporzione la sete d'un gozzovigliatore colla discrezione d'un giudice. Pure, a forza di tornar alla carica e di riavvicinare e spremere le parole oscure che gli sfuggivano, ecco quello che Thénardier e il maestro di scuola credettero di capire
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