I mercanti di stoffa in ritiro e i causidici in villeggiatura non l'avevano ancora scoperto. Era una località tranquilla e graziosa, su nessuna strada maestra, vi si viveva a buon mercato quella vita contadinesca, opulenta e facile; solo, era scarsa l'acqua, per via dell'elevazione della spianata.
Bisognava andarla a cercare piuttosto lontano. L'estremità dalla parte di Gagny attingeva l'acqua ai magnifici stagni, in mezzo ai boschi; l'altra estremità, che circonda la chiesa dalla parte di Chelles, trovava l'acqua potabile soltanto ad una sorgente a mezza costa, vicino alla strada di Chelles, a circa un quarto d'ora da Montfermeil.
Questa provvista dell'acqua era dunque una fatica piuttosto dura per ogni famiglia. Le grosse famiglie e l'aristocrazia (e la taverna dei Thénardier ne faceva parte) pagavano un quattrino un secchio d'acqua a un buon vecchio che faceva quel mestiere e guadagnava in quell'appalto dell'acqua di Montfermeil circa otto soldi al giorno; ma quel vecchietto lavorava solo fino alle sette di sera, d'estate e fino alle cinque, d'inverno, e una volta scesa la notte, chiuse le imposte del pianterreno, chi non aveva acqua da bere andava a cercarla o ne faceva a meno.
Quest'era per l'appunto il terrore di quel povero essere che forse il lettore non ha dimenticato, della piccola Cosette. Ci si ricorderà che essa era utile in due maniere ai Thénardier, che si facevano pagare dalla madre e servire dalla figlia; perciò, quando la madre cessò di pagare (e se n'è letto il perché nei capitoli precedenti), i Thénardier tennero con loro Cosette.
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