Ella costituiva per essi una serva e, in tale qualità, era lei che andava a prendere l'acqua, allorché occorreva; perciò la bambina, spaventatissima all'idea di recarsi alla sorgente di notte, aveva gran cura che l'acqua non mancasse mai in casa.
Il Natale dell'anno 1823 fu particolarmente brillante a Montfermeil. Il principio dell'inverno era stato dolce e non v'erano ancor gelo o neve; alcuni saltimbanchi venuti da Parigi avevano avuto il permesso di rizzare le baracche nella via principale del villaggio ed una brigata di merciaioli ambulanti aveva, per la stessa tolleranza, eretto le bottegucce sulla piazza della chiesa e perfino nel vicolo del Fornaio, dove era situata (forse il lettore lo ricorderà) la bettola dei Thénardier. Ciò riempiva di gente alberghi e osterie e dava a quel tranquillo paesetto una vita rumorosa e allegra. Dobbiamo anche dire, per essere storico fedele, che fra le curiosità esposte in piazza v'era un circo nel quale alcuni orribili pagliacci, vestiti di cenci e venuti chissà di dove, mostravano nel 1823 ai contadini di Montfermeil uno di quegli spaventosi avvoltoi del Brasile che il nostro Museo reale possiede solo dal 1845 e che hanno per occhio una coccarda tricolore. I naturalisti chiaman quell'uccello, credo, Caracara Polyborus: è dell'ordine degli apicidi e della famiglia dei vulturidi; alcuni buoni vecchi soldati bonapartisti, ritirati nel villaggio, andavano a veder quella bestia con devozione e i ciurmadori davan loro ad intendere che la coccarda tricolore fosse un fenomeno unico, fatto apposta dal buon Dio per il loro serraglio.
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