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      La Thénardier tornò al fornello ed assaggiò con un cucchiaio di legno il contenuto della casseruola, brontolando ancora:
      «Alla sorgente ce n'è. Si può essere più maliziosi di così? Credo che avrei fatto meglio a passare allo staccio le cipolle.»
      Poi frugò in un tiretto dov'eran dei soldi, un po' di pepe e qualche cipollina.
      «Prendi, signorina Rospo,» aggiunse; «al ritorno, comprerai un pane grosso dal fornaio: eccoti una moneta da quindici soldi.»
      Cosette aveva un taschino da una parte del grembiule; prese la moneta senza dir parola e la mise in quel taschino. Poi rimase immobile, col secchio in mano e la porta aperta davanti a sè: pareva aspettare che qualcuno le venisse in soccorso.
      «Va' dunque!» esclamò la Thénardier.
      Cosette uscì e la porta si richiuse.
      IV • ENTRA IN SCENA UNA BAMBOLACome si ricorderà, la fila delle bottegucce all'aperto che partiva dalla chiesa si svolgeva fino all'albergo Thénardier; quelle botteghe, per via del prossimo passaggio dei borghesi che si recavano alla messa di mezzanotte, eran tutte illuminate con candele che ardevano entro imbuti di carta, ciò che, come diceva il maestro di scuola, seduto a tavola in quel momento dai Thénardier, faceva «un effetto magico.» In compenso, non si vedeva una sola stella in cielo.
      L'ultima di quelle baracche, proprio davanti alla porta dei Thénardier, era una bottega di chincaglieria, tutta rilucente d'orpelli, conterie e magnifici oggetti di latta. In prima fila davanti a tutto, il mercante aveva collocato, sopra uno sfondo di candidi tovaglioli, un'immensa bambola, alta quasi due piedi e vestita d'un abito di crespo rosa, colle spighe d'oro in capo e i capelli veri e occhi di smalto.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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