E la bambina indicava il suo mignolo.
«E che non taglia?»
«Sì, signore,» disse la bimba. «Taglia l'insalata e la testa alle mosche.»
Raggiunsero il villaggio e Cosette guidò il forestiero per le vie. Passarono davanti al fornaio, ma Cosette non si ricordò del pane che doveva portare a casa. L'uomo aveva cessato di farle domande e stava immerso in un cupo silenzio. Quando si furon lasciati alle spalle la chiesa, l'uomo, vedendo tutte quelle botteghe all'aria aperta, chiese a Cosette:
«C'è forse la fiera, qui?»
«No, signore: è Natale.»
Mentre s'andavano avvicinando all'albergo, Cosette gli toccò timidamente il braccio.
«Signore?»
«Cosa, bimba mia?»
«Eccoci vicinissimi a casa.»
«Ebbene?»
«Volete lasciarmi riprendere il secchio, ora?»
«Perché?»
«Perché se la signora vede che me l'hanno portato, mi batte.»
L'uomo le riconsegnò il secchio. Un istante dopo, erano alla porta della bettola.
VIII • NOIA D'OSPITARE UN POVERO CHE FORSE È RICCOCosette non potè far a meno di gettare un'occhiata furtiva alla grande bambola, sempre in mostra dal chincagliere; poi bussò. La porta s'aperse e comparve la Thénardier, con una candela in mano.
«Oh, sei tu, cenciosetta! Grazie a Dio, ce ne hai messo del tempo! Si sarà divertita per strada, la furfantella!»
«Signora,» disse Cosette tutta tremante «v'è qui un signore che viene ad alloggiare.»
La Thénardier sostituì alla svelta la sua cera burbera con una smorfia amabile, cambiamento a vista proprio degli albergatori, e cercò avidamente cogli occhi il nuovo venuto.
«È il signore?
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