Senza distogliere lo sguardo da essa, congiunse le mani e, spaventoso a dirsi, in una bimba di quell'età, se le torse; poi fece quello che nessuna delle emozioni di quella giornata, né la corsa nel bosco, né la pesantezza del secchio, né la perdita del denaro, né la vista dello staffile e nemmeno la sinistra frase che aveva sentito dire dalla Thénardier le avevan fatto fare: pianse. Anzi, scoppiò in singhiozzi.
Intanto il viaggiatore s'era alzato.
«Che c'è?» chiese alla Thénardier.
«Non lo vedete?» disse la Thénardier, accennando col dito il corpo del delitto, che giaceva ai piedi di Cosette.
«Ebbene, cosa?» riprese l'uomo.
«Quella stracciona,» rispose la Thénardier «s'è permessa di toccare la bambola delle bambine!»
«Tanto chiasso per una cosa simile!» fece l'uomo. «Ebbene; quand'anche giocasse con quella bambola?»
«L'ha toccata colle sue mani sporche,» continuò la Thénardier «colle sue orribili mani!»
L'uomo si diresse verso la porta di strada, l'aperse ed uscì. Non appena egli fu fuori, la Thénardier approfittò della sua assenza per allungare sotto la tavola una pedata a Cosette, facendole gettare acuti strilli.
La porta si riaperse e l'uomo riapparve, tenendo fra le mani la favolosa bambola di cui abbiamo parlato e che tutti i marmocchi del villaggio contemplavano fin dal mattino, e la mise ritta in piedi davanti a Cosette, dicendo:
«To', è per te.»
Bisogna dire che, dopo più di un'ora da quand'era là assorto nei suoi pensieri, egli avesse confusamente notato quella bottega di chincaglierie, illuminata così splendidamente dalle lampade e dalle candele, che attraverso le vetriate della taverna si scorgeva come una luminaria.
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