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      Quando suonaron le due del mattino, ella si diede per vinta e disse al marito: «Io vado a letto. Tu fa' quello che vuoi.» E il marito si sedette a una tavola d'angolo, accese una candela e si mise a leggere il Corriere francese.
      Trascorse in tal modo un'ora buona, durante la quale il degno albergatore lesse almeno tre volte il Corriere francese, dalla data del numero al nome dello stampatore: lo straniero non si mosse.
      Thénardier s'agitò, tossì, sputò, si soffiò il naso e fece scricchiolare la sedia. Nessun movimento dell'uomo. «Dorme forse?» pensò Thénardier. Egli non dormiva, ma nulla poteva svegliarlo.
      Finalmente Thénardier si levò il berretto, s'avvicinò dolcemente e si arrischiò a dire:
      «Non va a riposare, il signore?»
      Non va a dormire gli sarebbe parso eccessivo e familiare; riposare aveva del lusso ed era rispettoso. Queste frasi hanno la proprietà misteriosa e mirabile d'ingrossare, il giorno seguente, la somma del conto: una camera dove si dorme costa venti soldi, mentre una camera dove si riposa costa venti franchi.
      «To'!» disse il forestiero. «Avete ragione; dov'è la stalla?»
      «Signore,» fece Thénardier con un sorriso «la condurrò io.»
      E prese la candela; colui prese il pacchetto e il bastone e Thénardier lo condusse in una camera al primo piano, di rara eleganza, tutta ammobiliata in mogano con un letto ampio e tendine di cotonina rossa.
      «Che stanza è, questa?» chiese il viaggiatore.
      «È la nostra camera nuziale,» disse il locandiere. «Mia moglie ed io ne abitiamo un'altra e qui si entra solo tre o quattro volte l'anno.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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