Il forestiero congetturò che quella stanza comunicasse con quella dei Thénardier e stava per ritirarsi, quando il suo sguardo si posò sul camino, uno di quei grandi camini d'albergo nei quali arde un fuoco sempre stentato, quando c'è, e che metton freddo a vederli. In quello non v'era fuoco e neppur le ceneri; ma quello che v'era attrasse ugualmente l'attenzione del viaggiatore. Si trattava di due scarpine di bimbo, di forma civettuola e di grandezze diverse; e il viaggiatore si rammentò la graziosa abitudine dei bimbi, viva da tempo immemorabile, di deporre nel camino, il giorno di Natale, una delle scarpe, per attendere nelle tenebre che qualche sfolgorante regalo vi venga deposto dalla fate. Eponina e Azelma non avevan mancato di farlo e avevan messo ognuna una scarpetta nel camino.
Il viaggiatore si chinò. La fata, ossia la madre, aveva già fatto la sua visita e in ciascuna scarpetta si vedeva brillare una moneta da dieci soldi, nuova di zecca.
Egli si rialzò e stava per andarsene, quando in fondo, da un canto, nell'angolo più oscuro del focolare, scorse un altro oggetto. Guardò e riconobbe uno zoccolo, un orribile zoccolo del legno più ordinario, mezzo rotto e tutto coperto di cenere e di fango secco: lo zoccolo di Cosette. Cosette, con la commovente fiducia dei bimbi, che può essere ingannata sempre senza che mai si scoraggi, aveva messo ella pure il suo zoccolo nel camino.
Dolce cosa e sublime, la speranza, in un fanciullo che non ha mai conosciuto altro, fuorché la disperazione!
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