Essi avevano un buon vantaggio sopra di lui; ma una bimba cammina adagio, mentr'egli andava svelto. Eppoi il paese gli era noto.
All'improvviso, si fermò e si picchiò la fronte, come chi ha scordato l'essenziale e sta per tornare sui suoi passi.
«Avrei dovuto prendere il fucile!» disse fra sè.
Thénardier era una di quelle duplici nature che passano talvolta dentro di noi, a nostra insaputa, e scompaiono senza che noi le abbiamo conosciute, perché il destino ce ne ha mostrato soltanto un lato. Vivere semi sommersi, è la sorte di molti uomini. In una situazione calma e regolare, Thénardier aveva tutto quello che occorre per fare (non diciamo per essere) quel ch'è convenuto di chiamare un onesto commerciante, un buon borghese; ma nello stesso tempo, date certe circostanze, e allorché certe scosse venivano a sollevare dal disotto la sua natura, aveva quanto occorre per essere uno scellerato. Era un bottegaio in cui si celava il mostro; in certi momenti, Satana doveva rannicchiarsi in qualche angolo dello stambugio in cui viveva Thénardier, per meditare dinanzi a quel lurido capolavoro.
Dopo aver esitato un istante:
«Bah!» pensò. «Avrebbero il tempo di svignarsela!»
E continuò la sua strada, andando sempre avanti, rapidamente e quasi con aria di certezza, colla sagacità della volpe che fiuta uno stormo di pernici.
Infatti, quand'ebbe sorpassato gli stagni e attraversato obliquamente la grande radura che si trova a sinistra del viale di Bellevue, mentre stava giungendo a quel viale erboso che fa quasi il giro della collina e ricopre la volta del vecchio canale di scolo dell'abbazia di Chelles, scorse al disopra d'un cespuglio un cappello sul quale aveva già fabbricato tante congetture: era il cappello dell'uomo.
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