Ne avevate ricevuti cento in più, e quindi restano a vostro credito trentacinque franchi: ve ne ho dati or ora millecinquecento.»
Thénardier provò quel che prova il lupo nel momento in cui si sente preso e morso dalla mascella d'acciaio della tagliuola.
«Chi è questo diavolo d'un uomo?» pensò. E fece quel che fa il lupo: diede una scossa. L'audacia gli era già andata bene una volta.
«Signore del quale ignoro il nome,» disse, risolutamente e mettendo stavolta da parte i modi rispettosi, «o mi date mille scudi o riprendo Cosette.»
Il forestiero disse tranquillamente:
«Vieni, Cosette.»
Prese Cosette colla sinistra, mentre colla destra raccoglieva il bastone che giaceva in terra. E Thénardier s'accorse dell'enormità del randello e della solitudine del luogo.
L'uomo si ficcò nel bosco, insieme colla bimba, lasciando il taverniere immobile e stupefatto. Mentre s'allontanavano, Thénardier osservava le larghe spalle un po' curve e i grossi pugni di lui; poi i suoi sguardi, tornando sulla propria persona, ricaddero sulle sue braccia misere e sulle sue mani magre: «Bisogna proprio che sia una bestia,» pensava «per non aver preso il fucile, dal momento che andavo a caccia.»
Pure, l'albergatore non s'arrese.
«Voglio sapere dove va,» disse. E si mise a seguirli a distanza. Gli restavan due cose in mano, un'ironia, ossia il pezzo di carta firmato da Fantine e una consolazione, ossia i millecinquecento franchi.
L'uomo conduceva Cosette dalla parte di Livry e di Bondy; camminava lento, colla testa bassa, in atteggiamento di riflessione e tristezza.
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