La natura, cinquant'anni d'intervallo, avevano posto una separazione profonda fra Jean Valjean e Cosette e il destino la colmò. Esso unì bruscamente e mise a fianco l'una dell'altra, colla sua potenza irresistibile, quelle due esistenze sradicate, diverse per l'età, simili per il dolore. Infatti, l'una completava l'altra; l'istinto di Cosette cercava un padre, come quello di Valjean cercava un figlio, e incontrarsi, per essi, significò trovarsi; nel momento misterioso in cui le loro mani s'incontrarono, si saldarono. Quando quelle due anime si scorsero, riconobbero di essere ciascuna quel che abbisognava all'altra e s'abbracciarono strettamente.
Se si prendono le parole nel loro senso più lato e più assoluto, si potrebbe dire che, separati da tutto dai muri della tomba, Jean Valjean era il Vedovo, come Cosette era l'Orfana; e questa situazione fece sì che Valjean divenisse in maniera celeste il padre di Cosette. In verità, l'impressione misteriosa prodotta su Cosette, nel bel mezzo del bosco di Chelles, dalla mano di Jean Valjean che afferrava quella di lei nell'oscurità, non era un'illusione, ma una realtà: l'ingresso di quell'uomo nel destino di quella bimba era stato l'arrivo di Dio.
Del resto, Valjean aveva scelto bene il suo asilo e si trovava in una sicurezza che si poteva credere completa. La camera collo stanzino, da lui occupata con Cosette, era quella che riceveva la luce della finestra sul viale; e poiché quella finestra era unica, in tutta la casa, non v'era da temere lo sguardo di nessun vicino, né di fianco né dirimpetto.
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