Aveva potuto vedere allora allora sotto nuovi aspetti la malvagità degli uomini e la miseria della società; aspetti incompleti, che mostravano fatalmente soltanto un lato del vero, ossia la sorte della donna, compendiata in Fantine, e l'autorità pubblica, personificata in Javert. Era tornato in carcere, e questa volta per aver ben fatto; nuove amarezze l'avevano abbeverato; la ripugnanza e la stanchezza l'andavano riprendendo e perfino il ricordo del vescovo attraversava forse, in quel momento, una fase d'eclisse, salvo riapparire più tardi, luminoso e trionfante: ma, insomma, quel sacro ricordo si faceva sempre più debole. Chi lo sa se Valjean non fosse alla vigilia di scoraggiarsi e ricadere? Ma amò e ridivenne forte. Ahimè! egli non era affatto meno vacillante di Cosette: egli la protesse ed ella lo rincuorò. In grazia di lui, ella poté camminare nella vita, in grazia di lei egli poté continuare nella virtù; fu il sostegno di quella bimba, che fu il suo punto d'appoggio. Oh, insondabile e divino mistero degli equilibrî del destino!
IV • LE OSSERVAZIONI DELLA PRINCIPALE INQUILINAValjean aveva la prudenza di non uscire mai di giorno. Ogni sera, al crepuscolo, passeggiava per un'ora o due, talvolta solo, più spesso con Cosette, cercando i più solitari viali laterali, o entrando nelle chiese sul far della notte: andava volentieri a San Medardo, che è la chiesa più vicina. Quando non conduceva seco Cosette, ella restava a casa colla vecchia; ma era per la bimba una gioia, quella d'uscire col buon vecchio e preferiva perfino un'ora con lui agli incantevoli colloqui con Caterina.
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