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      Insieme con lui passava la Senna un grosso carro che andava pure sulla riva destra; gli fu utile, perché poté attraversare tutto il ponte all'ombra di quel carro.
      Verso la metà del ponte, Cosette, che aveva i piedi intorpiditi, espresse il desiderio di camminare. Egli la posò a terra e la riprese per mano.
      Superato il ponte, scorse un po' a destra alcuni magazzini, davanti a lui, e vi si diresse. Per giungervi, bisognava avventurarsi in una spiazzo piuttosto grande e rischiarato, ma egli non esitò; coloro che lo braccavano erano evidentemente fuorviati e Valjean si credeva fuor di pericolo. Cercato, sì; ma seguito, no.
      Una viuzza, detta il Sentiero di Sant'Antonio, s'apriva fra due magazzini cinti da muri: quella viuzza era stretta e scura, come se fosse fatta apposta per lui e, prima d'entrarvi, egli guardò dietro di sé. Dal punto in cui si trovava, vedeva in tutta la sua lunghezza il ponte d'Austerlitz.
      Quattro ombre erano entrate in quel mentre sul ponte; volgevan le spalle al Giardino Zoologico e si dirigevano verso la riva destra. Quelle quattro ombre erano i quattro uomini.
      Jean Valjean ebbe il fremito della bestia ripresa. Ma gli rimaneva una speranza; che i quattro uomini non fossero ancora entrati sul ponte e non l'avessero scorto, nel momento in cui, tenendo per mano Cosette, aveva attraversato la grande distesa illuminata. In tal caso, ficcandosi nella stradicciuola che gli stava innanzi e riuscendo a raggiungere i magazzini, le ortaglie, i campi coltivati e i terreni senza case, poteva sfuggir loro.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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