La porta S. Giacomo, la porta Parigi, la barriera dei Sergenti, i Porcherous, la Chiatta, i Celestini, i Cappuccini, il Maglio, il Pantano, l'Albero di Cracovia, la Piccola Polonia e il Piccolo Picpus sono i nomi della Parigi vecchia, galleggianti sulla nuova. La memoria del popolo ondeggia su quei rottami del passato.
Il Piccolo Picpus, che del resto č appena esistito e non č mai stato altro che un abbozzo di quartiere, aveva quasi l'aspetto monacale d'una cittą spagnola. Le strade eran poco selciate, le vie poco battute e, eccezion fatta per le due o tre vie di cui stiamo per parlare, tutto era muri e solitudine; non una bottega, non una carrozza; a mala pena, qua e lą, una candela accesa ad una finestra, magazzini e ortaglie: poche case basse e grandi muri, quasi alti come le case; tale era quel quartiere nel secolo scorso. La rivoluzione l'aveva gią molto malmenato e l'edilizia repubblicana l'aveva demolito, intagliato e forato. V'erano stati collocati depositi di rottami e, trent'anni or sono, esso scompariva gią sotto la cancellatura dei nuovi edifici: oggi č completamente sparito Il Piccolo Picpus, del quale nessuna pianta recente ha conservato traccia, č abbastanza chiaramente indicato nella pianta del 1727, pubblicata a Parigi da Dionigi Thierry, in via San Giacomo, dirimpetto a via del Gesso, e a Lione da Giovanni Girin, in via dei Merciai, alla Prudenza. Il Piccolo Picpus aveva quel che abbiamo chiamato una Y di vie, formato da via del Sentiero di Sant'Antonio che si divaricava in due rami, che prendevano, a sinistra, il nome di viottolo Picpus e, a destra, il nome di via Polonceau; i due rami della Y riuniti alla sommitą come da una traversa, che si chiamava la via del Muro Dritto.
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