Pagina (615/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Fosse terrore, fosse coraggio, Cosette non aveva fiatato: aveva però le mani un po' scorticate.
      VI • PRINCIPIO D'UN ENIGMAValjean si trovava in una specie di giardino grandissimo di singolare aspetto, di quelli che sembrano fatti apposta per essere osservati d'inverno e di notte. Di forma oblunga, un viale di pioppi altissimi in fondo, qualche ciuffo d'alberi d'alto fusto negli angoli e uno spazio senz'ombra nel mezzo, vi si distingueva un grandissimo albero isolato, oltre a poche piante da frutta contorte ed irte come macchioni, alcuni pezzamenti coltivati a verdura, una poponaia, le campane di vetro della quale scintillavano alla luna, e una vecchia vasca. Qua e là v'erano delle panche di pietra, che parevan ricoperte di muschio; i viali, perfettamente diritti, erano fiancheggiati da un filare d'arboscelli stenti e l'erba ne invadeva la metà, mentre una muffa verdastra invadeva il resto.
      Valjean aveva a fianco la costruzione dal tetto della quale era sceso, poi un mucchio di fascine e, dietro le fascine, proprio contro il muro, una statua di pietra, la faccia mutilata della quale non era più che una maschera informe, vagamente visibile nell'oscurità. Quella costruzione era una specie di ruina in cui si distinguevano alcune stanze smantellate, una delle quali, tutta ingombra, pareva servisse da ripostiglio.
      Il grande edificio della via del Muro Dritto, che faceva angolo col viottolo Picpus, prospettava su quel giardino due facciate ad angolo retto. Quelle facciate interne erano ancor più tragiche delle esterne; tutte le finestre avevan le inferriate e non vi si scorgeva luce alcuna; le finestre dei piani superiori, anzi erano a tramoggia, come in una prigione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Cosette Muro Dritto Picpus