Dov'era? Chi avrebbe mai potuto immaginarsi qualche cosa di simile a quella specie di sepolcro in mezzo a Parigi? Che cos'era, quella strana casa? Che cos'era, quell'edificio pieno di misteri notturni, che chiamava le anime nell'ombra, colla voce degli angeli, e che, al loro sopraggiungere, offriva loro bruscamente quella visione spaventevole, promettendo d'aprire la porta radiosa del cielo ed aprendo invece l'orribile porta della tomba? Eppure, quello era proprio un edificio, una casa che aveva il suo numero sopra una via! Non era un sogno! Egli sentiva il bisogno di toccar quelle pietre per credervi.
Il freddo, l'ansia, l'inquietudine, le emozioni della serata gli davano veramente la febbre e tutte quelle idee cozzavan fra loro nel suo cervello. S'avvicinò a Cosette: ella dormiva.
VIII • L'ENIGMA CRESCELa bimba aveva appoggiato il capo su una pietra e s'era addormentata. Egli le sedette vicino e si mise ad osservarla; ed a poco a poco, quanto più la guardava, s'andava calmando e riprendeva possesso della sua facoltà di pensare.
Scorgeva con chiarezza quella verità, divenuta ormai il fondo della sua vita: che cioè, fin che vi fosse stata Cosette, finché egli l'avesse tenuta con sé, non avrebbe avuto bisogno d'alcunché se non per lei, e non avrebbe avuto paura di chicchessia se non per via di lei. Non sentiva neppure d'aver molto freddo, per il fatto d'essersi tolta la finanziera per metterla su lei.
Pure, attraverso alla fantasticheria in cui era caduto, sentiva da qualche tempo un rumore singolare, come quello d'un sonaglio che venisse agitato.
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