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      «Oh! Sarebbe una benedizione del buon Dio, s'io potessi restituirvi un simile servigio! Io, salvarvi la vita? Signor sindaco, disponete di questo povero vecchio!»
      Una gioia mirabile aveva come trasfigurato quel vecchio; pareva che dal volto gli balenasse un raggio di luce.
      «Che cosa volete che faccia?» chiese.
      «Vi spiegherò la cosa. Avete una stanza?»
      «Ho una baracca isolata, lì, dietro le rovine del vecchio convento, in un angolo che nessuno può vedere. Vi sono tre camere.»
      La baracca, infatti, era tanto ben nascosta dietro le rovine e tanto ben disposta, affinché nessuno vedesse, che Valjean, non l'aveva vista.
      «Bene,» disse Valjean. «Ora ho due cose da chiedervi.»
      «Quali, signor sindaco?»
      «Prima di tutto, non direte a nessuno quello che sapete a mio riguardo; in secondo luogo, non cercherete di saperne di più.»
      «Come volete. So che non potete far nulla che non sia onesto e che siete sempre stato un uomo timorato del buon Dio; e poi, del resto, siete stato voi che m'avete messo qui. La faccenda vi riguarda: io sono tutto vostro.»
      «Sta bene. Ed ora, venite con me; andiamo a prendere la bambina.»
      Non aggiunse una sola parola e seguì Jean Valjean, come un cane segue il padrone. Meno di mezz'ora dopo, Cosette, ritornata rosea al caldo d'un bel fuoco, dormiva nel letto del vecchio giardiniere e Jean Valjean s'era rimesso la cravatta e la finanziera; il cappello buttato al disopra del muro era stato pure ritrovato e raccolto. Mentre Valjean indossava la finanziera, Fauchelevent s'era tolta la ginocchiera col sonaglio, che ora, appesa a un chiodo, vicino a una gerla, adornava il muro.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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