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      Ebbe per un momento l'idea di chiedergli bruscamente le carte; ma se quell'uomo non era Valjean e se non era neppure un buon vecchio e onesto benestante, era probabilmente qualche animoso profondamente e sapientemente a parte dell'oscura trama di misfatti parigini, qualche pericoloso capo banda, che faceva l'elemosina per celare gli altri suoi talenti, secondo la vecchia usanza; in tal caso doveva avere dei fidi e dei complici e qualche alloggio precauzionale, nel quale si sarebbe certo rifugiato. Tutte quelle svolte ch'egli andava facendo nelle vie sembravano indicare ch'egli non era un semplice buon vecchio; ora, arrestarlo troppo presto significava «uccidere la gallina dalle uova d'oro». In che consisteva l'inconveniente d'aspettare? Javert era sicurissimo che non gli sarebbe sfuggito; però camminava, piuttosto perplesso, facendosi cento domande su quell'enigmatico personaggio.
      Solo piuttosto tardi, in via Pontoise, grazie alla viva luce che usciva da un'osteria, riconobbe decisamente Jean Valjean.
      Vi sono in questo mondo due esseri che trasaliscono profondamente: la madre che ritrova il suo bimbo e la tigre che ritrova la preda. Javert ebbe quel profondo sussulto. Ma nel momento in cui riconobbe con certezza Jean Valjean, il terribile forzato, s'accorse ch'egli e i suoi eran soltanto tre e fece chiedere un rinforzo al commissario di polizia della via Pontoise. Prima d'impugnare un bastone spinoso, ci si mette i guanti.
      Quel ritardo e la sosta al crocicchio Rollin, per concertarsi coi suoi agenti, per poco non gli fecero perdere la traccia.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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