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      Perciò, quando morivano, uscivano dal convento, la qual cosa le affliggeva e le costernava, come una infrazione. A titolo di mediocre consolazione, avevano ottenuto d'esser sepolte ad un'ora speciale e in un angolo speciale del vecchio cimitero Vaugirard, fatto sopra un terreno già appartenente alla loro comunità.
      Il giovedì quelle suore sentono la messa cantata, i vespri e tutti gli uffici, come la domenica. Osservano inoltre scrupolosamente tutte le feste minori, quasi sconosciute ai secolari, di cui la chiesa era prodiga un tempo in Francia, e ancor in Ispagna e in Italia. Le loro soste nella cappella sono interminabili; quanto al numero e alla durata delle loro preghiere non possiamo darne un'idea migliore, se non citando la frase ingenua d'una di esse: «Le preghiere delle postulanti sono spaventose, le preghiere delle novizie ancora peggio e le preghiere delle professe assai peggio ancora.»
      Una volta alla settimana si riunisce il capitolo: presiede la madre superiora e assistono le madri vocali. Ciascuna viene, quand'è il suo turno, ad inginocchiarsi sulla pietra ed a confessare ad alta voce, davanti a tutte, le colpe ed i peccati che ha commesso nella settimana; poi le madri vocali si consultano, dopo ogni confessione, e infliggono ad alta voce le penitenze.
      Oltre la confessione ad alta voce, riservata alle colpe un po' gravi, hanno per i peccati veniali quella che chiamano la colpa. Fare la colpa, significa prosternarsi bocconi davanti alla superiora, durante l'ufficio, fino a quando costei, che non viene mai chiamata se non nostra madre, avverta, con un colpettino picchiato sul legno dello stallo, che la penitente può rialzarsi.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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