Nel 1649, il Santo Sacramento fu profanato due volte, a pochi giorni di distanza, in due chiese di Parigi, a San Sulpizio e a San Giovanni della Ripa, sacrilegio spaventoso e raro, che commosse tutta la città. Monsignor priore e grande vicario di San Germano in Prato ordinò una solenne processione di tutto il suo clero, nella quale ufficiò il nunzio del papa; ma l'espiazione non bastò a due pie donne, la signora Courtis, marchesa di Boucs, e la contessa di Châteuvieux. Quell'oltraggio, recato all'«augustissimo sacramento dell'altare», sebbene passeggero, non poteva essere dimenticato da quelle sante anime, e parve loro potersi soltanto riparare con l'«Adorazione Perpetua», in qualche monastero femminile; entrambe, una nel 1652 e l'altra nel 1653, fecero donazione di somme cospicue alla madre Caterina di Bar, detta del Santo Sacramento, monaca benedettina, perché fondasse a quel pio scopo un monastero dell'ordine di san Benedetto. Il primo permesso per questa fondazione fu dato alla madre Caterina di Bar da monsignor di Metz, abate di San Germano, «a condizione che nessuna monaca avrebbe potuto esser ricevuta, se non avesse portato trecento lire di pensione, che fanno seimila lire di capitale». Dopo l'abate di San Germano il re accordò le lettere patenti, ed il tutto, carta abbaziale e regie lettere, fu omologato nel 1654 alla camera dei conti e al parlamento.
Quest'è l'origine e la consacrazione legale della fondazione delle benedettine dell'Adorazione Perpetua del Santo Sacramento, a Parigi.
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