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      Se non comprendiamo tutto, non insultiamo nulla; siamo ad ugual distanza dall'osanna di Joseph de Maistre che finì per consacrare il boia, e dal sogghigno di Voltaire, che si spinge fino a schernire il crocifisso. Illogicità di Voltaire, sia detto di sfuggita, poiché Voltaire avrebbe difeso Gesù, come difendeva Calas. Del resto, per coloro che negano le incarnazioni sovrumane, che cosa rappresenta il crocifisso? Il savio assassinato.
      Nel secolo decimonono, l'idea religiosa subisce una crisi: si disimparano alcune cose, il che è bene, a patto che, disimparando questo, si impari quello. Nessun vuoto, nel cuore umano! Si fanno talune demolizioni ed è bene; ma a condizione che siano seguite da ricostruzioni.
      Nel frattempo, studiamo le cose che non son più. È necessario conoscerle, non fosse che per evitarle. Le contraffazioni del passato prendono falsi nomi e si chiaman volentieri l'avvenire; quel fantasma ch'è il passato è soggetto a falsificare il suo passaporto. Mettiamoci a conoscenza del tranello e diffidiamo. Il passato ha un viso, la superstizione, ed una maschera, l'ipocrisia: denunciamo il viso e strappiamo la maschera.
      Quanto ai conventi, è una questione complessa: di civiltà, che li condanna, di libertà, che li protegge.
      LIBRO SETTIMOPARENTESI
      I • IL CONVENTO, IDEA ASTRATTAQuesto libro è un dramma in cui il primo personaggio è l'infinito: l'uomo il secondo.
      Ciò posto, poiché un convento s'è trovato sulla nostra strada, abbiamo dovuto penetrarvi. Perché? Perché il convento che appartiene tanto all'oriente quanto all'occidente, all'antichità come ai tempi moderni, al paganesimo, al buddismo, al maomettismo come al cristianesimo, è uno degli apparecchi d'ottica puntati dall'uomo sull'infinito.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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