Una scuola metafisica del nord, un po' impregnata di nebbia, ha creduto di fare una rivoluzione nell'intelletto umano, sostituendo la parola Forza colla parola Volontà.
Dire: la pianta vuole, invece di: la pianta crede, sarebbe infatti cosa feconda, se si aggiungesse: l'universo vuole. E perché? Perché ne scaturisce questo: la pianta vuole, dunque ha un io; l'universo vuole, dunque ha un Dio.
Quanto a noi, che pure agli antipodi di quella scuola, non respingiamo nulla a priori, una volontà in quella pianta, accettata da quella scuola, ci pare più difficile da ammettere d'una volontà nell'universo, ch'essa nega.
Negare la volontà dell'infinito, ossia Dio, si può fare soltanto a condizione di negare l'infinito; e l'abbiamo dimostrato. Ora, la negazione dell'infinito conduce direttamente al nichilismo e tutto diventa «una concezione dello spirito». E col nichilismo non v'è discussione possibile, poiché il nichilista logico dubita che il suo interlocutore esista, e non è affatto sicuro d'esistere egli stesso: sotto il suo punto di vista è possibile ch'egli stesso non sia altro che «una concezione del proprio spirito».
Solo, egli non s'accorge affatto che, tutto quel che ha negato, lo ammette in blocco, soltanto col pronunciare questa parola: Spirito.
Insomma, non v'è alcuna via aperta per il pensiero, da parte d'una filosofia che fa terminare tutto al monosillabo No.
Al No, v'è una sola risposta: Sì. Il nichilismo è senza efficacia.
Non esiste il nulla, non esiste lo zero. Tutto è qualcosa e niente è niente.
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Forza Volontà Dio Dio Spirito
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