I beccamorti vengono a prenderla e, trotta cavallo! si va in cielo in questo modo. Portan qui una scatola in cui non c'è nulla e la portan via con qualcosa dentro; ecco che cos'è una sepoltura. De profundis.»
Un raggio orizzontale di sole sfiorava il volto di Cosette addormentata, che socchiudeva vagamente la bocca e aveva l'aspetto d'un angelo che bevesse la luce. Jean Valjean la guardava e non ascoltava più il vecchio.
Non esser ascoltato non è una ragione per star zitto; perciò il bravo giardiniere continuava serenamente la sua cantafera:
«Si scava la fossa al cimitero Vaugirard. Dicono che stiano per sopprimerlo, quel cimitero, perché è vecchio e non sta nei regolamenti, non ha l'uniforme; lo metteranno in pensione. Peccato, perché è comodo: ho un amico là dentro, papà Mestienne, l'affossatore. Queste suore hanno un privilegio, d'esser portate a quel cimitero sul cader della notte, e v'è un decreto della prefettura, fatto apposta per loro. Ma quanti avvenimenti, da ieri a qua! La madre Crocifissione è morta e papà Madeleine.…»
«È sepolto,» disse Jean Valjean, sorridendo tristemente.
Fauchelevent colse la frase al balzo.
Echeggiò una quarta scampanellata, Fauchelevent staccò vivacemente dal chiodo la ginocchiera col sonaglio e se l'affibbiò al ginocchio.
«Stavolta, chiaman me: la madre priora mi desidera. Bene! Mi sono punto coll'ardiglione della fibbia. Non vi muovete, signor Madeleine, e aspettatemi. C'è qualcosa di nuovo. Se avete fame, lì v'è pane, vino e formaggio.»
Ed uscì dalla capanna, dicendo: «Vengo!
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