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      Gli disse ch'egli Fauchelevent, avrebbe inchiodato il feretro nella cella, tolta la pietra nella cappella e calata la morta nel sepolcreto; che, per ringraziarlo, la superiora ammetteva nella casa suo fratello, come giardiniere, e sua nipote, come collegiale; che suo fratello era il signor Madeleine e sua nipote era Cosette; che la superiora gli aveva detto di condurre il fratello la sera del giorno seguente, dopo il finto seppellimento del cimitero; ma ch'egli non poteva condurre dal di fuori il signor Madeleine, se il signor Madeleine non fosse stato fuori. Quest'era il suo principale imbarazzo, poi ve n'era un secondo: la bara vuota.
      «Che cos'è la bara vuota?»
      Fauchelevent rispose:
      «È la bara dell'amministrazione.»
      «Quale bara? Quale amministrazione?»
      «Muore una suora. Il medico del municipio viene e dice: 'V'è una suora morta'; e il governo manda una bara. Il giorno dopo manda un carro funebre e i beccamorti a prendere la bara e a portarla al cimitero. Ora, i beccamorti vengono a sollevare la bara: e non vi sarà dentro nulla.»
      «Metteteci qualche cosa.»
      «Un morto? non l'ho.»
      «No.»
      «E che cosa, allora?»
      «Un vivo.»
      «E quale?»
      «Me,» disse Valjean.
      Fauchelevent, ch'era seduto, scattò in piedi, come se un petardo fosse esploso sotto la sua sedia.
      «Voi!»
      «E perché no?»
      Jean Valjean ebbe uno di quei rari sorrisi che gli sopravvenivano talvolta come un lampo nel cielo invernale.
      «Sapete bene, papà Fauchelevent, che avete detto: 'La madre Crocifissione è morta' e che io ho soggiunto: 'E papà Madeleine è sepolto'. Sarà proprio così.»


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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