«Siamo d'accordo, papà Fauchelevent. Tutto andrà bene.»
«Purché non vada storto nulla,» pensò Fauchelevent. «E se la cosa si facesse terribile?»
V • NON BASTA ESSERE UBRIACONE PER ESSERE IMMORTALEIl giorno dopo, al tramonto del sole, i radi passanti che andavano e venivano lungo il viale Maine si levavano il cappello al passaggio d'un carro funebre di vecchio modello, adorno di teschi, di tibie e lagrime. In quel carro v'era un feretro ricoperto da un bianco lenzuolo, sul quale era posata una gran croce nera, simile a una morta colle braccia penzoloni; una carrozza parata, in cui si scorgeva un prete in cotta e un chierichetto dal calottino rosso, veniva dietro il carro. Due becchini in uniforme grigia dai paramani neri camminavano a destra e a sinistra del carro, e dietro veniva un vecchio, vestito da operaio, che zoppicava. Quel corteo si dirigeva verso il cimitero Vaugirard.
Si vedevan sporgere dalla tasca dell'uomo il manico d'un martello, la lama d'uno scalpello e le branche d'una tenaglia.
Il cimitero Vaugirard formava eccezione fra i cimiteri di Parigi: aveva i suoi usi particolari, nello stesso modo che aveva un portone per i carri e una porta più piccola, che, nel quartiere, eran chiamate dai vecchi, attaccati alle vecchie parole, la porta dei cavalieri e la porta dei pedoni. Le bernardine benedettine del Piccolo Picpus avevano ottenuto, come abbiam detto, d'esser sepolte in un cantuccio appartato e di sera, poiché quel terreno, un tempo, aveva appartenuto alla comunità. Gli affossatori, che avevano perciò nel cimitero un servizio serale, d'estate, e notturno, d'inverno, v'eran soggetti ad una particolare disciplina.
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