Le porte dei cimiteri di Parigi si chiudevano a quel tempo al tramonto del sole e, poiché questa era una misura d'ordine municipale, il cimitero Vaugirard v'era sottoposto al pari degli altri. La porta dei cavalieri e quella dei pedoni eran due cancelli contigui, fiancheggiati da un padiglione, eretto dall'architetto Perronnet e abitato dal custode; quei cancelli, quindi, rotavano inesorabilmente sui cardini, nel momento in cui il sole scompariva dietro la cupola degli Invalidi. Se qualche affossatore, in quel momento, era attardato nel cimitero, aveva un solo mezzo per uscire, ossia la tessera d'affossatore, rilasciata dall'amministrazione delle pompe funebri: una specie di buca per le lettere era praticata nell'imposta della finestra del portinaio e l'affossatore gettava la sua tessera in quella scatola; il portinaio la sentiva cadere, tirava il cordone e la porta dei pedoni s'apriva. Se l'affossatore non aveva la carta, diceva il suo nome e il portinaio, spesso coricato e addormentato, s'alzava, andava a riconoscere l'affossatore ed apriva la porta colla chiave. L'affossatore usciva, ma pagava quindici franchi di multa.
Quel cimitero, colle sue originalità fuor di regola, dava ombra alla simmetria amministrativa. Fu soppresso poco dopo il 1830 e gli succedette il cimitero Montparnasse, detto dell'Est, che ereditò da esso quella famosa taverna, attigua al cimitero Vaugirard, sormontata da una mela cotogna dipinta su una tavoletta di legno e che faceva angolo, da una parte colle tavole dei bevitori e dall'altra colle tombe, con quell'insegna: Alla bella Cotogna.
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