Pagina (757/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Gli angeli. Quelle alte muraglie ch'egli aveva veduto intorno alle tigri, le rivedeva intorno alle pecorelle.
      Era un luogo d'espiazione, non di castigo; eppure era ancor più austero, più sinistro e più spietato dell'altro. Quelle vergini eran più duramente oppresse dei forzati. Un vento freddo e aspro, che aveva agghiacciato la sua giovinezza, attraversava la fossa ingraticciata e chiusa a catenaccio degli avvoltoi; una brezza più aspra e ancor più dolorosa soffiava nella gabbia delle colombe.
      Perché?
      Quando pensava a queste cose, tutto in lui s'inabissava davanti a quel mistero di sublimità. In codeste meditazioni l'orgoglio svanisce.
      Egli fece ogni sorta di riflessioni su se stesso; si sentì meschino e pianse parecchie volte. Tutto ciò ch'era entrato nella sua vita da sei mesi a quella parte lo riconduceva verso le sante ingiunzioni del vescovo: Cosette, coll'amore; il convento, coll'umiltà.
      Talvolta di sera, sul crepuscolo, nell'ora in cui il giardino era deserto, lo vedevano inginocchiato in mezzo al viale che fiancheggiava la cappella, davanti alla finestra entro la quale aveva guardato la notte del suo arrivo, volto verso il punto in cui sapeva che la suora che faceva la riparazione era prosternata in preghiera. Pregava, così inginocchiato, davanti a quella suora: sembrava che non osasse inginocchiarsi direttamente davanti a Dio.
      Tutto ciò che lo circondava, quel giardino sereno, quei fiori profumati, quelle bimbe che mandavan gioconde grida, quelle donne gravi e semplici, quel chiostro silenzioso, lo compenetravan lentamente e a poco a poco la sua anima s'andava componendo di silenzio come quel chiostro, di profumo come quei fiori, di pace come quel giardino, di semplicità come quelle donne, di gioia come quelle fanciulle.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Cosette Dio