Nell'attuale civiltà, ancor tanto incompleta, codeste fratture di famiglie che si vuotano nell'ombra, che non sanno più che ne sia dei loro figli, che lascia cadere le proprie viscere sulla pubblica via, non sono rare e da ciò derivano tanti oscuri destini. Questa cosa si chiama (poiché una cosa tanto triste ha formato una locuzione), «essere buttato sul lastrico di Parigi».
Sia detto di sfuggita, questi abbandoni di fanciulli non erano troppo combattuti dall'antica monarchia. Un po' d'Egitto e di Boemia nei bassi fondi andava a genio alle alte sfere e faceva il tornaconto dei potenti: l'odio per l'insegnamento ai figli del popolo era un dogma. A che servono le «mezze luci?» Era la parola d'ordine; ora, il fanciullo errabondo è corollario del fanciullo ignorante. Del resto, talvolta la monarchia aveva bisogno di fanciulli, ed allora schiumava la strada.
Sotto Luigi XIV, per non risalire più su, il re voleva, con ragione, creare una flotta. L'idea era buona; ma vediamo il mezzo. Non v'è flotta se accanto alla nave a vela, zimbello del vento, e per rimorchiarla all'occorrenza, non si ha la nave che va dove vuole, sia col remo, sia col vapore. A quei tempi, le galere erano per la marina quel che sono oggidì i piroscafi; ma la galera si muove solo per mezzo del galeotto, e perciò occorrevano i galeotti. Colbert faceva fare dagli intendenti di provincia e dal parlamento il maggior numero di galeotti che poteva e la magistratura vi metteva molta compiacenza. Un uomo teneva il cappello in testa davanti a una processione: atteggiamento ugonotto e invio alle galere.
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