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      Quando voleva, era allegro e carezzevole; in gioventù, era stato di quegli uomini sempre ingannati dalle mogli e mai dalle amanti, poiché sono ad un tempo i più sgraziati mariti e i più gentili amanti. S'intendeva di pittura; teneva nella sua stanza un magnifico ritratto di non so chi, dipinto da Jordaens, a gran colpi di pennello, con infiniti particolari, buttati giù in disordine e quasi a casaccio. L'abbigliamento di Gillenormand non era già la giubba Luigi XV e neppure quella Luigi XVI; era il costume degli «incredibili» del direttorio. Fino allora s'era creduto giovanissimo ed aveva seguito la moda; la sua giubba era di stoffa leggera, con ampî risvolti, la lunga coda di rondine e grossissimi bottoni d'acciaio: portava inoltre calzoni corti e scarpe con fibbia. Si ficcava sempre le mani nei taschini e diceva con autorità: La rivoluzione francese è una manica di banditi.
      III • LUCA SPIRITOUna sera, all'età di sedici anni, all'Opera, aveva avuto l'onore d'esser preso di mira coll'occhialetto da due bellezze allora mature e celebri, cantate da Voltaire, la Camargo e la Sallé; preso fra due fuochi, aveva fatto un'eroica ritirata verso una ballerinetta acerba, di nome Nahenry, sedicenne come lui e oscura come un gatto di notte, della quale egli era innamorato. Aveva una folla di ricordi ed esclamava: «Com'era graziosa la Guimard-Guimardini-Guimardinette, l'ultima volta che la vidi a Longchamps, pettinata alla 'sentimenti sostenuti', col suo 'venite a vedere', di turchesi, il suo abito del colore di persona appena giunta e il suo manicotto d'agitazione!


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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