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      II • UNO DEGLI SPETTRI ROSSI DI QUEL TEMPOChi fosse passato a quell'epoca per la cittadina di Vernon e avesse passeggiato su quel bel ponte monumentale al quale succederà fra poco, speriamolo, qualche spaventoso ponte di filo di ferro, avrebbe potuto notare, lasciando cadere uno sguardo dall'alto del parapetto, un uomo sulla cinquantina, in capo un berretto di cuoio, vestito con un paio di calzoni e una giacca di stoffa grigia grossolana, alla quale era cucito qualche cosa di giallo, ch'era stato un nastro rosso, gli zoccoli ai piedi, abbronzato dal sole, col viso quasi nero, i capelli bianchi ed una gran cicatrice sulla fronte, prolungantesi sulle guance, curvo e cascante, vecchio anzitempo, che passeggiava quasi tutto il giorno, con una vanga o una roncola in mano, in uno di quegli scomparti di terreno circondati da muri vicino al ponte che costeggiano come una catena di terrazze la riva sinistra della Senna, graziosissimi recinti pieni di fiori, dei quali si direbbe, se fossero molto più grandi: sono giardini e, se fossero un po' più piccoli: sono mazzi di fiori. Tutti quei recinti fanno capo, da una parte, al fiume, e dall'altra ad una casa. L'uomo in giacca e in zoccoli del quale stiamo parlando abitava verso il 1817, il più piccolo di quei recinti e la più umile di quelle case; là viveva solo e solitario, silenziosamente e poveramente, con una donna né giovane, né vecchia, né bella, né brutta, né contadina, né borghese, che lo serviva. Il riquadro di terra ch'egli chiamava il suo giardino era celebre nella città per la bellezza dei fiori ch'egli vi coltivava.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Vernon Senna