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      Si vide la nobiltà delle crociate schernire quella dell'impero, ossia della spada, si videro le razze storiche perdere il senso della storia ed i figli dei compagni di Carlomagno sprezzare i compagni di Napoleone. Le spade, come abbiam detto, s'insultavano reciprocamente: la spada di Fontenoy era ridicola e non era che un ferrovecchio, la spada di Marengo era odiosa ed era soltanto una sciabola. Il passato misconosceva l'ieri. Non si aveva più il sentimento di ciò che era grande, né di ciò ch'era ridicolo; qualcuno chiamò Scapino Bonaparte. Quel mondo non è più ed oggi, ripetiamolo, non ne rimane nulla; quando per caso ne togliamo qualche figura e tentiamo di farla rivivere col pensiero, ci sembra strana come un mondo antidiluviano. In realtà, anch'esso è stato inghiottito da un diluvio: è scomparso sotto due rivoluzioni. Quale marea le idee! E come ricoprono presto tutto ciò che hanno la missione di distruggere e di seppellire, come scavan presto profondità spaventose!
      Siffatta era la fisionomia dei salotti di quel tempo lontano e candido, in cui Martainville aveva maggior spirito di Voltaire.
      Quei salotti avevano una loro letteratura ed una loro politica. Vi si credeva in Fiévée e Agier vi dettava legge; vi si commentava Colnet, il pubblicista che vendeva libri usati sul lungo Senna Malaquais; Napoleone era per essi, in modo pieno e completo, l'Orco della Corsica. Più tardi, l'introduzione nella storia del signor marchese Buonaparte, luogotenente generale degli eserciti del re, fu una concessione allo spirito del secolo.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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