Dopo il 5 settembre, si tratta la nobiltà della monarchia come dopo l'8 luglio si trattava la nobiltà dell'impero. Essi son stati ingiusti verso l'aquila, noi lo siamo verso il giglio; si vuol dunque aver sempre qualche cosa da proscrivere? Toglier l'oro dalla corona di Luigi XIV e raschiare lo scudo d'Enrico IV è proprio utile? Noi deridiamo il signor di Vaublanc, che cancellava gli N dal ponte di Iena: che cosa faceva dunque, se non quello che facciam noi? Bouvines ci appartiene come Marengo e i fiordalisi sono nostri, come gli N. È il nostro patrimonio; a che pro diminuirlo? Non bisogna rinnegare la patria, sia nel passato, sia nel presente. Perché non volere tutta la storia? Perché non amare tutta la Francia?»
Così i dottrinari criticavano e proteggevano il realismo, malcontento d'esser criticato e furioso d'esser protetto.
Gli ultra contrassegnarono la prima epoca del realismo; la congregazione contrassegnò la seconda. Alla foga succedette l'abilità. E qui mettiamo fine a codesto abbozzo.
Nel corso del racconto, l'autore di questo libro ha trovato sulla sua strada un momento curioso della storia contemporanea ed ha dovuto gettarvi di sfuggita un'occhiata e ritrarre qualcuno dei lineamenti singolari di quella società oggi sconosciuta. Ma lo fa rapidamente e senza alcuna idea canzonatoria o amara; parecchi ricordi, affettuosi e rispettosi, che si riferiscono a sua madre, lo rendono affezionato a quel passato. E del resto, diciamolo, anche quel piccolo mondo aveva la sua grandezza.
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