Pagina (824/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Quest'uomo si chiama Thénardier; in questi ultimi tempi, credo tenesse un alberghetto in un villaggio dei dintorni di Parigi: Chelles o Montfermeil. Se mio figlio lo incontrerà, farà al Thénardier quanto bene potrà.»
      Non per religione di suo padre, ma per quel vago rispetto della morte ch'è sempre così imperioso nel cuore dell'uomo, Mario prese quel foglio e lo conservò.
      Nulla rimase del colonnello. Gillenormand fece vendere al rigattiere la spada e l'uniforme di lui; i vicini svaligiarono il giardino e saccheggiarono i fiori rari. Le altre piante divennero rovi e sterpi e morirono.
      Mario era rimasto soltanto quarantott'ore a Vernon. Dopo il funerale, era tornato a Parigi e s'era rimesso ai suoi studi di diritto, senza pensare a suo padre più che se non fosse mai vissuto. In due giorni il colonnello era stato seppellito e in tre dimenticato.
      Mario portava il lutto al cappello. Ecco tutto.
      V • DELL'UTILITÀ D'ANDARE A MESSA PER DIVENTARE RIVOLUZIONARIOMario aveva conservato le abitudini religiose della sua infanzia. Una domenica ch'era andato a sentir la messa a Saint Sulpice, a quella stessa cappella della Vergine dove la zia lo conduceva, quand'era piccolo, essendo in quel giorno più distratto e pensieroso del solito, si pose dietro un pilastro e s'inginocchiò, senza badarvi, sopra una sedia ricoperta di velluto d'Utrecht, sullo schienale della quale era scritto questo nome: Signor Mabeuf, fabbriciere. La messa era appena incominciata, quando un vecchio si presentò e disse a Mario:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Thénardier Parigi Chelles Montfermeil Thénardier Mario Vernon Parigi Saint Sulpice Vergine Utrecht Signor Mabeuf Mario