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      Si sentirono agghiacciare, come al soffio d'un teschio, e non scambiarono parola; solo, Gillenormand disse a bassa voce, come se parlasse a se stesso: «È la calligrafia di quello sciabolatore.»
      La zia esaminò il foglio, lo voltò in tutti i sensi, poi lo rimise nella custodia.
      In quella, un pacchettino rettangolare, in un foglio di carta azzurra, cadde da una tasca della finanziera; la signorina Gillenormand lo raccolse e svolse la carta. Erano i cento biglietti da visita di Mario. Ella ne diede uno al padre, che lesse: Barone Mario Pontmercy.
      Il vecchio suonò il campanello. Accorse Nicoletta, e Gillenormand, presi il cordone, la custodia e la finanziera, gettò tutto in terra, in mezzo al salotto e disse:
      «Portate via questa roba.»
      Passò un'ora buona nel più profondo silenzio. Il vecchio e la zitella s'erano seduti, voltandosi le spalle l'un l'altra e pensavano, ciascuno per proprio conto, probabilmente le stesse cose. In capo a quell'ora, la zia Gillenormand disse:
      «Bello!»
      Pochi momenti dopo, apparve Mario. Ancor prima di entrare in salotto, scorse il nonno con in mano uno dei suoi biglietti da visita che, vedendolo, esclamò colla sua aria di superiorità borghese e un ghigno insopportabile:
      «To'! To'! To'! To'! To'! Sei barone, adesso? I miei complimenti. Che cosa vuol dire ciò?»
      Mario arrossì lievemente e rispose:
      «Vuol dire che sono figlio di mio padre.»
      Gillenormand smise di ridere e disse con durezza:
      «Tuo padre sono io.»
      «Mio padre,» rispose Mario ad occhi bassi e con tono severo, «fu un uomo umile ed eroico, servì gloriosamente la repubblica e la Francia, fu grande nella più grande storia che gli uomini abbian fatta, visse per un quarto di secolo nei bivacchi, di giorno sotto la mitraglia e sotto le palle, di notte nella neve, nel fango e sotto la pioggia, prese due bandiere, ricevette venti ferite, morì nell'oblio e nell'abbandono, ebbe un solo torto, amar troppo due ingrati, la sua patria e me!


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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