Da suo nonno. Come vendicare l'uno senza oltraggiare l'altro? Impossibile che insultasse il nonno, ed ugualmente impossibile che non vendicasse il padre: da una parte una tomba sacra, dall'altra i capelli bianchi. Rimase pochi istanti come ebbro e vacillante, con tutto quel turbine nel capo; poi alzò gli occhi, guardò fisso il nonno e gridò con voce tonante:
«Abbasso i Borboni e quel grosso porco di Luigi XVIII!»
Luigi XVIII era morto da quattro anni, ma per lui era lo stesso.
Il vecchio, da scarlatto, divenne subito più bianco dei suoi capelli. Si voltò verso un busto del duca di Berry, sul caminetto e lo salutò profondamente, con solennità singolare; poi si mise a camminare lentamente e in silenzio dal caminetto alla finestra e dalla finestra al caminetto, per tutta la stanza facendo scricchiolare l'impiantito come una statua che cammini. La seconda volta, si chinò verso la figlia, che assisteva a quel cozzo collo stupore d'una vecchia pecora e le disse con un sorriso quasi calmo:
«Un barone come il signore e un borghese come me non possono vivere sotto lo stesso tetto.»
E all'improvviso, raddrizzandosi, pallido, tremante e terribile, colla fronte ingrandita da una terribile espressione di collera, stese il braccio verso Mario e gli gridò:
«Vattene!»
Mario abbandonò la casa.
Il giorno dopo, Gillenormand disse alla figlia:
«Manderete ogni sei mesi sessanta pistole a quel bevitore di sangue e non me ne parlerete mai.»
E sentendo un'immensa collera da sfogare e non sapendo come, continuò a dar del voi per tre mesi alla figlia.
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