La gioventù era, ci si passi la frase, in un periodo di muta. Tutti si trasformavano, quasi senza avvedersene, collo stesso moto del tempo; la sfera cammina sul quadrante e anche nelle anime. Ognuno faceva il proprio passo in avanti: i realisti diventavano liberali e i liberali democratici.
Era come una marea crescente, complicata da mille riflussi. Ora, la caratteristica dei riflussi è far dei miscugli; donde singolarissime combinazioni d'idee. Si adoravano contemporaneamente Napoleone e la libertà. Qui, stiamo facendo storia; ed i miraggi di quei tempi eran così. Le opinioni traversano delle fasi. Il realismo volterriano, bizzarra varietà, ha avuto un riscontro non meno strano, il liberalismo bonapartista.
Altre correnti eran più serie. In esse si scandagliava il principio e ci si attaccava al diritto; ci si appassionava per l'assoluto, s'intravedevano realizzazioni infinite, poiché l'assoluto, colla sua stessa rigidità, spinge le menti verso l'azzurro e le fa galleggiare nell'illimitato. Non v'è meglio del dogma per generare il sogno, non v'è meglio del sogno, per generare l'avvenire. Utopia oggi, carne ed ossa domani.
Le opinioni avanzate avevano doppi fondi. Un principio di mistero minacciava «l'ordine stabilito», ch'era da parte sua sospetto e sornione: segno, questo, rivoluzionario al massimo grado. Il secondo fine del potere incontra nei camminamenti la contromina del secondo fine del popolo, e le insurrezioni imminenti seguono alla premeditazione dei colpi di stato.
Non v'erano ancora in Francia quelle grandi associazioni segrete, come il tugendbund tedesco e la carboneria italiana; ma solo, qua e là, talune crepe che si ramificavano.
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Napoleone Francia
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