Pagina (853/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Certo, un incendio può dar vita ad un'aurora; ma perché non attendere il sorger del giorno? Un vulcano illumina, ma l'alba molto meglio. Forse, Combeferre preferiva il candore del bello allo splendore del sublime: una luce turbata dal fumo, un progresso acquistato colla violenza, soddisfacevan solo a metà quella mente seria. Il precipitare un popolo nella verità, un 93, lo sgomentava;
      ma pure gli ripugnava ancor più lo stagnare, poiché vi sentiva la putrefazione e la morte. A conti fatti, preferiva la schiuma al miasma, alla cloaca il torrente e le cascate del Niagara al lago di Montfaucon. Insomma, non voleva né sosta né fretta. Mentre i suoi tumultuosi amici, cavallerescamente innamorati dell'assolto, adoravano e invocavano le splendide avventure rivoluzionarie, Combeferre era incline a lasciar fare al progresso, forse freddo, ma puro; metodico, ma irreprensibile; flemmatico, ma imperturbabile. Combeferre si sarebbe inginocchiato a mani giunte, per invocare che l'avvenire giungesse intatto, e nulla turbasse l'immenso evolversi della virtù dei popoli. Bisogna che il bene sia innocente, ripeteva senza posa. E infatti, se la grandezza della rivoluzione consiste nel guardar fisso lo splendore ideale e nel volare ad esso attraverso i fulmini, col sangue e il fuoco negli artigli, la beltà del progresso è d'essere senza macchia; e v'è fra Washington, che rappresenta l'uno e Danton, che incarna l'altro, la differenza che separa l'angelo dalle ali di cigno da quello con ali d'aquila.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Combeferre Niagara Montfaucon Combeferre Washington Danton