»
«Io avrei la precedenza,» osservò Laigle; «ma non ho casa.»
«Taci, Bossuet,» riprese Courfeyrac.
«Bossuet?» fece Mario. «Ma mi pareva che vi chiamaste Laigle.»
«Di Meaux,» riprese Laigle. «E per metafora, Bossuet.»
Courfeyrac salì nel calesse.
«All'albergo Porta San Giacomo, cocchiere,» disse.
E quella sera stessa, Mario era alloggiato in una camera dell'albergo Porta San Giacomo, proprio di fianco a Courfeyrac.
III • MARIO SI STUPISCEIn pochi giorni, Mario divenne amico di Courfeyrac. La gioventù è l'età in cui le ferite guariscono e si cicatrizzano in fretta. e Mario, vicino a Courfeyrac, respirava liberamente, cosa piuttosto nuova per lui. Courfeyrac non gli rivolse alcuna domanda, non vi pensò neppure. A quell'età, i visi dicono subito tutto e la parola è inutile; v'è qualche giovanotto del quale si potrebbe dire che la sua fisionomia parla; uno sguardo e ci si conosce.
Pure, un mattino, Courfeyrac buttò bruscamente questa domanda: «A proposito, avete un'opinione politica?»
«Eh, già!» disse Mario, quasi offeso dalla domanda.
«Che cosa siete?»
«Democratico bonapartista.».
«Sfumatura grigio argento carica,» disse Courfeyrac.
Il giorno dopo, Courfeyrac introdusse Mario al caffè Musain; poi gli bisbigliò all'orecchio, con un sorriso: «È necessario che vi inizii alla rivoluzione.» E lo condusse nella sala degli Amici dell'A B C, dove lo presentò agli altri compagni, dicendo a bassa voce questa semplice parola, che Mario non comprese: «Un allievo.»
Mario era caduto in una fucina di pensieri; però, sebbene silenzioso e grave, non era né il meno alato né il meno armato.
| |
Laigle Bossuet Courfeyrac Mario Laigle Meaux Laigle Bossuet Porta San Giacomo Mario Porta San Giacomo Courfeyrac Mario Courfeyrac Mario Courfeyrac Courfeyrac Mario Courfeyrac Courfeyrac Mario Musain Amici Mario
|