L'artiglieria cittadina! Deliberare sull'artiglieria cittadina! Andare a cicalare sui peti della guardia nazionale! E con chi si troveranno, laggiù? Ecco a che ci conduce il giacobinismo. Scommetto quel che si vuole, un milione contro un nonnulla, che vi saranno là solo pregiudicati e galeotti messi in libertà. Repubblicani e galeotti sono corpo e camicia. Carnot diceva: 'Dove vuoi che vada, traditore?' E Fouché rispondeva: 'Dove vuoi tu, cretino!' Ecco che cosa sono i repubblicani.»
«Giustissimo,» disse Teodulo.
Gillenormand voltò il capo a metà, vide Teodulo e continuò:
«Quando si pensa che quel furfante ha commesso la scellerataggine di farsi carbonaro! Perché hai abbandonato la mia casa? Per andarti a fare repubblicano. Psst! Prima di tutto, il popolo non vuol saperne della tua repubblica, non vuol saperne; ha troppo buon senso e sa bene che vi son sempre stati re e sempre ve ne saranno; sa bene che, dopo tutto, il popolo non è che il popolo e se la ride, capisci? della tua repubblica, o cretino! Non è vergognoso, un simile capriccio? Innamorarsi di papà Duchêne, fare gli occhi languidi alla ghigliottina, cantar romanze e suonare la chitarra sotto il balcone del 93, cose da sputar addosso a tutti quei giovani, tanto sono stupidi! E son tutti così; non ne scappa uno. Basta respirare l'aria che passa per la via per diventare insensati: il secolo decimonono è un veleno. Il primo monellaccio venuto si lascia crescere una barba da becco, si crede un vero furbo e pianta in asso i suoi vecchi parenti: è repubblicano, è romantico.
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E Fouché Teodulo Teodulo Duchêne
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