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Quando Courfeyrac gli aveva tenuto qualche discorso di questo genere, Mario metteva per otto giorni tutto il suo impegno ad evitare più che mai le donne, giovani e vecchie, ed evitava Courfeyrac, per soprammercato.
Pure, nell'immensa creazione, v'eran due donne che Mario non fuggiva ed alle quali non badava affatto, e in verità, lo avrebbero assai stupito se gli avessero detto ch'eran donne. Una era la vecchia barbuta che gli metteva in ordine la stanza e che faceva dire a Courfeyrac: «Visto che la serva porta la barba, Mario ha rinunciato a portar la sua.» L'altra era una specie di ragazzetta, che vedeva spessissimo senza guardarla mai.
Da più d'un anno, Mario aveva notato in un viale deserto del Lussemburgo, che costeggia il parapetto del Vivaio, un uomo e una giovinetta, quasi sempre seduti l'uno a fianco dell'altra sulla stessa panca, all'estremità più solitaria del viale, dal lato della via dell'Ovest. Ogni qual volta il caso, che si ficca sempre nelle passeggiate di coloro che hanno lo sguardo volto all'interno, conduceva Mario in quel viale, il che avveniva quasi tutti i giorni, vi ritrovava quella coppia. L'uomo poteva avere una sessantina d'anni; appariva triste e serio e tutta la persona offriva l'aspetto robusto e stanco dei militari in pensione. Se avesse avuto una decorazione, Mario avrebbe detto: «È un vecchio ufficiale.» Aveva l'aspetto buono, ma scostante, e non fissava mai il suo sguardo su nessuno. Indossava un paio di calzoni blu, una finanziera pure blu e un cappello a larghe tese, che sembravan sempre nuovi, con una cravatta nera e una camicia da quacchero, ossia sfolgorante di candore, ma fatta di tela grossolana.
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