Pagina (932/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      VII • AVVENTURE DELLA LETTERA U, ABBANDONATA ALLE CONGETTUREL'isolamento, il distacco da tutto, la fierezza, l'indipendenza, l'inclinazione per la natura, l'assenza d'attività quotidiana materiale, la vita chiusa in sé, le lotte segrete della castità, l'estasi benevola al cospetto di tutta la creazione avevan preparato Mario a quel possesso che si chiama passione. Il culto per il padre era divenuto a poco a poco una religione e, come tutte le religioni, s'era ritratto in fondo all'anima; ci voleva qualcosa in prima linea, venne l'amore.
      Trascorse un buon mese durante il quale Mario si recò ogni giorno al Lussemburgo. Giunta l'ora, nulla più poteva trattenerlo: «È di servizio,» diceva Courfeyrac. Mario viveva nell'estasi; certo la giovinetta lo guardava.
      Egli aveva finito per farsi coraggio e s'avvicinava alla panca; però, non vi passava più davanti, ubbidendo ad un tempo all'istinto della timidezza e alla prudenza degli innamorati. Riteneva ben fatto non attirare per nulla «l'attenzione del padre» e combinava le sue soste dietro gli alberi e i piedestalli delle statue con machiavellismo profondo, in modo da lasciarsi scorgere il più possibile dalla giovinetta e il meno possibile dal vecchio signore. Certe volte, per qualche buona mezz'ora, rimaneva immobile all'ombra d'un Leonida o d'uno Spartaco con in mano un libro, al disopra del quale i suoi occhi, dolcemente alzati, andavano in cerca della bella fanciulla; e questa, da parte sua, volgeva con un vago sorriso il suo grazioso profilo verso di lui.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Mario Mario Lussemburgo Courfeyrac Leonida Spartaco