La società s'accorge a stento di quello scavare che le lascia intatta la superficie e le muta le viscere. E tanti sono i piani sotterranei, altrettanti i lavori diversi, altrettante le diverse estrazioni. Che cosa esce da quegli scavi profondi? L'avvenire.
Più si sprofonda, più i lavoratori sono misteriosi. Fino ad un certo scalino che il filosofo sociale sa riconoscere, il lavoro è utile; al di là di quello, è dubbio e mistero; più in basso ancora, diventa terribile. Ad una certa profondità, gli scavi non sono più accessibili alla mente umana ed il limite respirabile per l'uomo è oltrepassato: è possibile l'inizio di un monstrum.
La scala discendente è strana e ciascuno dei suoi gradi corrisponde ad un piano sul quale il filosofo può porre il piede e s'incontra con uno di questi lavoratori, talvolta divino talvolta deforme. Sotto Jean Huss, v'è Lutero; sotto Lutero, Descartes; sotto Descartes, v'è Voltaire; sotto Voltaire, Condorcet; sotto Condorcet, v'è Robespierre; sotto Robespierre, Marat; sotto Marat, v'è Babeuf e la cosa continua. Più in giù, confusamente, al limite che separa l'indistinto dall'invisibile, si scorgono altri uomini sinistri, che forse non esistono ancora: quelli di ieri sono spettri, quelli di domani larve. L'occhio della mente li distingue in confuso; poiché il travaglio embrionale dell'avvenire è una delle visioni del filosofo.
Straordinario profilo, un mondo di limbo allo stato di feto!
Saint-Simon, Owen, Fourier sono presenti anch'essi nei cunicoli laterali.
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Jean Huss Lutero Lutero Descartes Descartes Voltaire Voltaire Condorcet Condorcet Robespierre Robespierre Marat Marat Babeuf Owen Fourier
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