Si rimise a pensare ai suoi sei mesi d'amore e di felicità all'aria aperta e alla luce del sole, sotto i begli alberi del Lussemburgo.
«Come è divenuta triste, la vita!» andava dicendosi. «Le giovinette mi appaiono sempre. Soltanto, una volta erano angeli ed ora sono streghe.»
III • «QUADRIFRONS»
La sera, spogliandosi per andare a letto, la sua mano incontrò nella tasca della giubba il pacchettino raccolto sul boulevard, del quale s'era già scordato. Pensò fosse utile aprirlo, poiché quel pacchetto conteneva, forse, l'indirizzo di quelle giovinette, dato ch'esso appartenesse loro e, in ogni caso, le informazioni necessarie per restituirlo alla persona che l'aveva smarrito.
Aperse la busta, che non era suggellata e conteneva quattro lettere, anch'esse non suggellate. V'eran però gli indirizzi e tutte e quattro esalavano puzzo di tabacco d'infima qualità.
La prima lettera era indirizzata alla Signora, signora marchesa di Grucheray, dirimpetto alla camera dei deputati, n°...
Mario disse fra sé che probabilmente avrebbe trovato in essa le indicazioni che cercava e che del resto, dal momento che la lettera non era suggellata, si potesse verosimilmente leggerla senza inconvenienti.
Era così concepita:
«Signora Marchesa,
«la vertù della clemenza e compassione è quella che unisce più strettamente la socetà. Rivolgete il vostro sentimento cristiano e date uno sguardo di compassione a cuesto disgrassiato español, vittima dela lealtà e attacamento alla causa sacra del legitimismo, che a pagato col suo sangue, consacrata tutta la sua fortuna per difendere cuesta causa ed ogi si trova nela più gran miseria.
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Lussemburgo Grucheray Marchesa
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