Si sentiva che in altre condizioni di destino e d'educazione il portamento allegro e disinvolto di quella fanciulla avrebbe potuto essere qualche cosa di dolce e d'assai grazioso. Fra gli animali, la creatura nata per esser colomba non si muta in un barbagianni; questo si vede solo fra gli uomini.
Mario era sopra pensiero e la lasciava fare. Ella s'avvicinò alla tavola.
«Oh!» fece. «Dei libri!»
E un lampo attraversò il suo occhio spento, mentre riprendeva, con un accento che esprimeva la felicità di vantarsi di qualche cosa, alla quale nessuna creatura umana è insensibile:
«So leggere, io.»
Afferrò con impeto il libro aperto sul tavolo e lesse abbastanza correttamente
«... Il generale Bauduin ricevette l'ordine d'impadronirsi coi cinque battaglioni della sua brigata del castello di Hougomont, in mezzo alla pianura di Waterloo...».
S'interruppe:
«Ah, Waterloo! Conosco: è una battaglia dei tempi andati. Mio padre c'era; ha servito nell'esercito, mio padre. In casa siamo bonapartisti della più bella, proprio! È contro gli inglesi, Waterloo.»
Depose il libro, prese una penna ed esclamò:
«E so anche scrivere!»
Intinse la penna nell'inchiostro e disse, volgendosi a Mario:
«Volete vedere? Ecco, scriverò una frase per prova.»
E, prima ch'egli avesse avuto il tempo di rispondere, scrisse sopra un foglio di carta bianca ch'era sul tavolo: Ci sono i cagnotti.
Poi, gettando via la penna, aggiunse:
«Non ci sono errori d'ortografia; potete guardare. Abbiamo ricevuto una buona educazione, io e mia sorella.
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Bauduin Hougomont Waterloo Waterloo Waterloo Mario
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