«Ho visto adesso adesso la carrozza che giungeva in via del Piccolo Banchiere. Per questo ho corso.»
«Come fai a sapere che la carrozza è quella?»
«Perché avevo notato il numero, to'!»
«Che numero era?»
«440.»
«Bene; sei una ragazza di spirito!»
La figlia guardò sfrontatamente il padre e, mostrando le scarpe che aveva ai piedi:
«Una ragazza di spirito, può darsi,» disse; «ma ti avverto che non metterò più queste scarpe, non voglio più saperne, prima di tutto per la salute e poi per la pulizia. Non conosco nulla di più esasperante d'un paio di suole che fanno ciaff ciaff ciaff tutta la strada; preferisco andare a piedi nudi.»
«Hai ragione,» rispose il padre, con un tono di dolcezza che contrastava coll'asprezza della ragazza; «ma è perché non ti avrebbero lasciato entrare in chiesa. Bisogna che i poveri abbian le scarpe: non si va a piedi nudi in casa del buon Dio,» aggiunse amaramente. Poi, tornando a ciò che lo preoccupava: «E sei sicura, proprio sicura che venga?»
«È qui che mi segue.»
L'uomo si rizzò in piedi. Il suo viso sfolgorava.
«Hai sentito, moglie mia?» esclamò. «Ecco il filantropo. Spegni il fuoco.»
La madre, stupefatta, non si mosse.
Il padre, coll'agilità d'un saltimbanco, afferrò una pentola slabbrata vicina al camino e gettò acqua sui due tizzoni: poi, rivolto alla figlia maggiore:
«Tu, spaglia la sedia!»
La figlia non capiva nulla. Egli ghermì la sedia e con un colpo di tallone fece sì che la gamba passò attraverso di essa.
Mentre ritirava la gamba, chiese alla figlia:
«Fa freddo?
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Piccolo Banchiere Dio
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