... Poiché allevo le mie figlie nella religione, signore; non ho voluto che seguissero la carriera del teatro. Oh, che vi veda io, sgualdrinelle, a uscir dalla retta via! Non scherzo, io! E che belle prediche sfodero, sull'onore, sulla morale, sulla virtù! Domandateglielo: bisogna che righino dritte. Hanno un padre; non sono di quelle disgraziate che incominciano col non avere una famiglia e finiscono collo sposare il pubblico e, da signorina Nessuno che erano, diventano la signora Tutti! Perdiana! Niente di tutto ciò, nella famiglia Fabantou! Voglio educarle virtuosamente, voglio che siano oneste e garbate e che credano in Dio, sacr...! Ebbene, mio degno signore, sapete che cosa succederà domani? Domani è il 4 febbraio, il giorno fatale, 1'ultima dilazione che m'ha dato il mio padron di casa; se questa sera non l'avrò pagato, domani la mia figlia maggiore, io, la mia consorte colla febbre, la mia bambina colla sua ferita, tutt'e quattro saremo scacciati di qui e buttati fuori, nella via, nel viale, senza asilo, sotto la pioggia, sotto la neve. Ecco, signore! Debbo quattro rate di fitto, un anno intero! Ossia sessanta franchi.»
Jondrette mentiva. Quattro rate avrebbero fatto un totale di quaranta franchi soltanto; e non poteva essere in debito di quattro rate, dal momento che non eran passati sei mesi da quando Mario gliene aveva pagate due.
Il signor Leblanc levò cinque franchi di tasca e li depose sul tavolo. Jondrette ebbe tempo di brontolare all'orecchio della figlia maggiore:
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Fabantou Dio Mario Leblanc
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