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      «Comprerai uno scaldino di carbone.»
      E gettò nel grembiule della moglie la moneta da cinque franchi che gli aveva lasciata il «filantropo».
      «Uno scaldino di carbone?» chiese la moglie.
      «Sì.»
      «Quanti chili?»
      «Dieci, abbondanti.»
      «Costeranno trenta soldi. Col resto, comprerò da mangiare.»
      «No, diavolo!»
      «Perché?»
      «Non mi spendere tutta la moneta da cento soldi.»
      «E perché?»
      «Perché dovrò comprare qualche cosa per conto mio.»
      «Cosa?»
      «Qualche cosa.»
      «E quanto t'occorrerà?»
      «C'è un chincagliere, in questi paraggi?»
      «In via Mouffetard
      «Ah, sì sull'angolo d'una via! Conosco la bottega.»
      «Ma di' dunque cosa t'occorrerà, per quello che devi comprare!»
      «Da cinquanta soldi a tre franchi.»
      «Non ci resterà da scialare nel pranzo.»
      «Oggi non si tratta di pranzare; v'è di meglio da fare.»
      «Basta così tesoro mio.»
      E dopo queste parole della moglie, Jondrette richiuse la porta. Stavolta, Mario intese il suo passo allontanarsi nel corridoio della catapecchia e scendere rapidamente la scala.
      Suonava l'una al campanile di San Medardo.
      XIII • «SOLUS CUM SOLO, IN LOCO REMOTO, NON COGITABUNTUR ORARE PATER NOSTER»
      Sebbene sognatore, Mario era anche, come abbiam detto, una natura decisa ed energica. Le abitudini di raccoglimento solitario, sviluppando in lui la simpatia e la compassione, aveva, forse diminuito la facoltà d'irritarsi, ma aveva lasciato intatta quella d'indignarsi: egli aveva la benevolenza d'un bramino e la severità d'un giudice; aveva pietà d'un rospo, ma schiacciava una vipera. Ora, era per l'appunto in un covo di vipere che il suo sguardo s'era tuffato, era un nido di mostri quello che aveva sotto gli occhi.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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